PROGETTO ARTE SERGE UBERTI

Guardiani di imbarcazioni che sembrano custodire il segreto per attraversare il profondo mare dell’essere. Centauri agili e veloci che proteggono il tempio dell’arte, sempre attenti a percepirne la verità creativa. Stanze votive che rappresentano il luogo in cui l’artista trasforma la materia.

Papiers Peints, è il titolo della mostra dell’artista italo-francese Serge Uberti, curata da Francesca Barbi Marinetti, ospitata in esclusiva presso l’elegante sede romana dello Studio Legale Dike di Via Michele Mercati 17/A.

Una raccolta di 21 opere tra pitture e sculture per il secondo appuntamento del Progetto Arte dello Studio Legale DIKE che si propone di esaltare il legame esistente tra opere d’arte, economia e diritto, espressioni tutte di una migliore diffusione e protezione della cultura. “Questa iniziativa” – afferma l’Avv. Quattrone –  “rientra in un più ampio progetto sposato da tutti i professionisti dello Studio. Si vuole offrire un prezioso calendario di eventi legati al mondo della creatività in tutte le sue sfaccettature: pittura, scultura, fotografia, letteratura, musica, cinema e moda trovano, da noi, un nuovo spazio per essere espressi. La ruvidità del diritto può abbracciare e fondersi con l’essenza più profonda di ogni forma d’Arte. Assistere il Cliente” – conclude l’avvocato – “significa, prima di tutto, conoscere a fondo il suo lavoro e la realtà in cui opera”.

La sensibilità per l’arte, dunque, si unisce alla capacità di assecondare una visione attuale del fare creativo, in termini di immagine, di comunicazione e di nuove frontiere per il mercato culturale. Si sperimentano con questa tipologia di occasioni nuove modalità per allargare i confini e creare sinergie tra il mondo dei professionisti e quello degli artisti, a beneficio di entrambi.

Osservo il lavoro di Serge Uberti da diversi anni” – spiega la curatrice della mostra – “È impossibile non riconoscere una tenace coerenza di cifra, ostinata e consapevole. Impossibile non percepire il richiamo di un mondo lontano che si fa presente. Una cosmogonia pittorica in cui ricorrono figure mitiche e archetipiche – come i costruttori e i guardiani di barche o i centauri muniti di arco e frecce – nella quale ogni nuovo elemento che emerge pare la ripresa di un discorso lasciato in sospeso a cui forse non si aveva dato ancora il necessario ascolto”.

Le carte si tingono dei colori della Terra. Le strutture geometriche ospitano alberi rituali, figure divine, uomini senza tempo. Pittura e scultura si interfacciano e sconfinano continuamente fino a congiungersi nella realizzazione perfettamente riuscita di pittosculture. L’azione creativa non è mai violenta. Anche la sperimentazione si matura attraverso passaggi accurati, per cui l’emergere di elementi scultorei dal piano pittorico appaiono come il proseguimento naturale di un discorso già avviato, l’incontro spontaneo dei due registri che giungono a fondersi. Legno, argilla, ferro sono trattati come reperti archeologici già carichi di un proprio linguaggio

In occasione dell’inaugurazione del 2 dicembre gli ospiti sono invitati a seguire il percorso a tappe tematiche ideato dall’artista: Uberti si esibirà in una performance pittorica che si fonderà con musiche eseguite dal vivo.